Un poeta é passato
attraverso l'oceano balenante
dell'atmosfera di pietra e d'acciaio
della cittá nocturna.
Lungo le strade rugghiano
infragendosi in scoppi
le forze inesorabili,
calmi fiumi di stelle
che impazziscono in gorghi.
Il poeta attraversa
tutto il cielo notturno
e ha gesti grande, come chi combatta.
Un uomo che cadesse tra le stelle
serrérebbe cosí
le mani dall'angoscia sulle tempia,
ratonando nel ritmo.
Negli aloni di luce
il poeta s'agguaglia nel delirio
agli uragani cosmici di forza
della cittá nocturna.
(17 dicembre 1928)
Cesare Pavese (1908-1950)
POEM-A-DAY Saturday, April 17, 2010 12:49 am
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